Spettacoli

La storia è donna è il filo conduttore che lega tutti i miei monologhi, da donne di ogni epoca viene raccontata offrendo, grazie alle diverse protagoniste, un punto di vista unico e coinvolgente.

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Franca, come te solo la Valeri, è un omaggio appassionato e sincero nei confronti di un’ autrice-attrice UNICA e geniale come solo Franca Valeri ha saputo essere.         

Italina. La Grande Guerra e la sua vedova, racconta la storia di una madre che attraversa la Grande Guerra sola, con tre figlie a carico e la campagna a cui badare, ma soprattutto con l’unico figlio maschio al fronte. Dopo tante testimonianze di quel tragico periodo al maschile, eccone una squisitamente al femminile.

Caterina una strega nel Cinquecento, racconta di donne e in particolare di una ragazza vissuta nel 1500, in Italia, vittima della paura, dell’ignoranza e del potere della Chiesa. Il monologo, che si basa su storie vere, parla del desiderio di affermazione, della conoscenza condivisa e trasmessa da donna a donna, che conferiva loro quel potere e saggezza che tanto spaventava gli uomini, portandoli ad additarle e a bruciarle come streghe.

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, parla della prima donna laureata nel mondo, che grazie alla sua tenacia sfidò la mentalità dell’epoca, ottenendo quel titolo che era privilegio dei soli uomini.

Italiane vuole rappresentare la vita, la vera vita, di sette attrici che hanno segnato l’Italia: Tina Pica, Paola Borboni, Anna Magnani, Sofia Loren, Franca Valeri, Monica Vitti, Franca Rame. La loro energia, tutta al femminile, sale come un’onda carica di passione e di ironia. Ma lo spettacolo non parla solo di loro, attraverso la voce di queste sette donne, infatti, emerge un’altra storia, l’ottava: l’Italia. Anch’essa segnata da rughe e solchi, e per questo bellissima. Niente trucchi, solo donne.

Edith Piaf, il passerotto di Parigi, racconta di spiriti, dèmoni, di fantasmi, di vivi e di morti che rimbalzano nella mente e nel cuore del brutto anatroccolo che seduce il mondo cantando.

Infine, Principesse Befane perché non può mancare l’autoironia femminile. Cos’hanno in comune una prostituta, Eva e zia Maria, la veneta per eccellenza? Niente, a parte il fatto di essere donne. In questo spettacolo coinvolgono il pubblico secondo il più classico stile cabarettistico, oltre a far vedere il mondo con occhi diversi: gli occhi delle donne.