Caterina una strega nel Cinquecento

Testo di Daria Martelli
Regia di Maria Luisa Biancotto

Il monologo che si snoda tra racconto ed interpretazione dei personaggi evocati, propone una lettura psicologica e poetica di quel fenomeno storico che va sotto il nome di “caccia alle streghe”. Ricostruita sulle testimonianze dei processi per stregoneria, la vicenda di Caterina, ambientata in un villaggio della Valcamonica dove nel 1518 furono bruciate diverse “streghe”, porta alla luce una realtà di cui c’è traccia nei documenti ma che gli inquisitori vollero occultare o travisare. La strega non è quella descritta da una lunga tradizione, bensì la saggia che, depositaria di un sapere trasmesso al femminile, cura con le erbe e con la parola. Caterina, l’adolescente scontrosa e ribelle che cerca un modo di essere donna diverso dall’usuale, ci propone un’altra accezione di stregoneria. Il dramma che si svolge contemporaneamente sia in una dimensione pubblica e corale che nell’intimità degli animi, offre spunti di verità da meditare. Può essere letto come una metafora della persecuzione della differenza in ogni epoca.

Il Gazzettino Padova

Validissima performance di Lucia Schierano che ha recitato una pièce teatrale dal dramma Le streghe di Daria Martelli. La protagonista, Caterina, una fanciulla libera e sognatrice, che si affaccia alla vita con l’entusiasmo e la curiosità dell’adolescente, viene brutalmente assassinata dopo un iniquo processo, con l’accusa di essere una strega. La Schierano, con una versatilità, una forza, una drammaticità rara, ha portato sulla scena non solo il personaggio di Caterina ma una serie di altri co-protagonisti del momento. E’ riuscita a dar vita non ad un monologo ma ad un dramma con più personaggi, immedesimandosi nelle varie parti, senza perdere tono e profondità e regalando all’azione teatrale immediatezza e vivacità.

Ines Thomas

Delta News Agenzia di Stampa delle Donne Roma

La vicenda di Caterina è stata magistralmente proposta in un monologo interpretato da Lucia Schierano il 4 e 5 marzo 2005 al Teatro Argot di Roma. Unica attrice Lucia Schierano ha abilmente sostenuto un numero ampio di volti e di caratteri, oltre alla voce del narratore sempre presente. Ha dimostrato con classe prelibata l’equazione che vorrebbe l’attore capace di ospitare dentro di sé, digerire ed esplicitare una molteplicità di personaggi e aspetti. A Maria Luisa Biancotto si deve l’originale ed efficace strutturazione della rappresentazione e le intuizioni nell’azione dei ‘personaggi’ che hanno miracolosamente estrinsecato gli ambienti che la storia narrata offriva all’immaginazione, nell’assenza totale di qualsiasi mezzo materiale e senza l’ausilio di artifici e “deus ex machina” ma solo con musica e suoni oltre alla mimica e ai movimenti dell’attrice, agili intuizioni che hanno saputo qualificare l’individuazione dei diversi caratteri della vicenda favorendo le virtù dell’attrice.

Martina Peloso